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Le mie montagne. Una storia del Velino-Sirente - Presentazione del libro di Giulio Speranza

Presentazione libro
Giulio Speranza
Le mie montagne. Una storia del Velino-Sirente
a cura della Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre

Venerdì 24 ottobre 2025 ore 17.30
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre
Corso Vittorio Emanuele II, 23 – L’Aquila

Venerdì 24 ottobre 2025 alle ore 17.30, la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre è lieta di presentare il libro Le mie montagne. Una storia del Velino-Sirente di Giulio Speranza, volume che chiude la trilogia composta dalle altre pubblicazioni Gran Sasso d’Italia (2020) e Majella Madre (2023).

Dialogheranno con l’autore: Stefano Ardito, giornalista, esperto di montagna e autore di libri e guide escursionistiche; Francesco Lorusso, fotografo e appassionato di montagna; Walter Molfese, regista e documentarista. Durante la serata verrà anche proiettato il documentario Casa Madre, realizzato nel 2024 da Walter Molfese per la Black Aurora Film e girato proprio sulle montagne del Velino-Sirente.

La ricerca di Giulio Speranza, fotografo paesaggista di montagna, docente di banco ottico e geologo, è caratterizzata da un approccio che prevede l'utilizzo dei banchi ottici di grande formato e delle pellicole bianco e nero: iniziata nel 2018 dal racconto del Gran Sasso d’Italia e proseguita con il progetto sulla Majella. Così racconta l’autore:

«Dopo il progetto fotografico sul Gran Sasso, dominato dall’estetica grandiosa del massiccio abruzzese, seguito dalla ricerca sul rapporto tra l’uomo e la montagna, così come emerso da Majella Madre, eccomi infine giunto al terzo ed ultimo capitolo della trilogia: ho deciso di concludere il racconto della mia storia d’amore con l'Appennino Abruzzese tornando alle montagne della mia infanzia, il Velino-Sirente. Tornare quindi là dove è nato tutto per cercare di trovare la sintesi tra l’uomo e la montagna, ovvero raccontare me stesso e le mie emozioni attraverso quelle che sento essere le mie montagne, dove sono le radici più profonde della passione che mi spinge a fare quello che faccio oggi. Ho deciso di chiudere il cerchio andando sempre più in profondità dentro me stesso, per tirare fuori, grazie alla fotografia, l’essenza di quello che mi emoziona dell’essere sulle montagne. In altre parole, rispondere alla fondamentale domanda: “perché amo le montagne?”»

Saranno disponibili, presso la Fondazione, tutti e tre i volumi della trilogia, firmati direttamente dall’autore.

La Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre viene istituita a L’Aquila nel 2004 allo scopo di conservare, tutelare e valorizzare il patrimonio documentario e librario raccolto dal professor Giorgio de Marchis nel corso della sua carriera di storico dell’arte. Manifesti, locandine, inviti e brossure sono solo alcuni esempi delle tipologie documentarie che caratterizzano l’archivio composto da quasi 200.000 pezzi. Cataloghi di mostre, monografie e saggi, che popolano la biblioteca, contribuiscono a restituire l’immagine di un periodo denso di cambiamenti non solo a livello sociale ma anche storico-artistico, quale gli anni Sessanta e Settanta in Europa. Dal 2018 abita gli spazi del primo piano del Palazzo Cappa Cappelli che apre costantemente per eventi, mostre e collaborazioni con artisti ed enti.

INFO

Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre
Corso Vittorio Emanuele II, 23 – L’Aquila
www.fondazionedemarchis.it – fondazione.demarchis@gmail.com

Contatti
Diana Di Berardino tel. 3384581985 / Barbara Olivieri tel. 3498832591
Valentina Equizi – Graphic designer e social media manager
valentina.equizi88@gmail.com – tel. 3497500772

Ufficio stampa
Roberta Melasecca – Melasecca PressOffice / Blowart
roberta.melasecca@gmail.com – info@melaseccapressoffice.it
tel. 3494945612 – Cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

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Presentazione libro: "YAMANBA. Donne ribelli del Giappone" di Rossella Marangoni

YAMANBA. Donne ribelli del Giappone
Rossella Marangoni
A cura di Associazione Donatella Tellini / Biblioteca delle Donne

Il giorno venerdì 10 ottobre 2025 alle ore 17.30, l’Associazione “Donatella Tellini” / Biblioteca delle Donne, in collaborazione con la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre, è lieta di presentare, nei propri spazi in Via Angelo Colagrande a L’Aquila, il libro Yamanba. Donne ribelli del Giappone di Rossella Marangoni (Mimesis Edizioni). Dialogherà con l’autrice Barbara Olivieri_Fondazione Giorgio de Marchis.

L’esposizione rappresenta il momento conclusivo del corso biennale: una tesi di laurea in forma di mostra ospitata in un spazio espositivo esterno al recinto rassicurante dell’Accademia, evidenziando, così, il carattere sperimentale del sistema didattico e i profondi rapporti territoriali delle istituzioni culturali della città. Infatti la Fondazione Giorgio de Marchis e l’Accademia di Belle Arti de L’Aquila sono legate da un particolare rapporto di collaborazione che ha l’obiettivo di promuovere la ricerca artistica degli studenti ed ampliare la vocazione nel settore della formazione di entrambi gli istituti.

Nell’immaginario comune la figura della donna giapponese è ancora legata a quella della geisha. Eppure, nel corso della storia nipponica, le donne hanno dato prova di coraggio, resilienza e determinazione. Come la yamanba, la vecchia strega di montagna antropofaga, archetipo del male, sono state demonizzate, percepite come un Altro minaccioso. Ridotte al silenzio per secoli, hanno però ritrovato la voce ed elaborato strategie per sottrarsi al modello imposto di una femminilità sottomessa, docile, remissiva. Questo libro va alla scoperta degli indizi di ribellione e delle istanze di libertà nei comportamenti, nei miti, nella scrittura delle donne giapponesi che hanno fatto della loro mostruosità un gesto consapevole di rivolta: yamanba per sempre.

Rossella Marangoni, laureata in Lingua e letteratura giapponese, tiene conferenze e corsi di cultura nipponica presso varie istituzioni italiane e svizzere. Membro dell’Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi, è fondatrice della rivista “AsiaTeatro”. Ha curato esposizioni e festival sul Giappone, Paese nel quale ha compiuto numerosi viaggi. È autrice di svariati saggi e libri.

BIOGRAFIE

Davide Mariani. Caso mai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte. L’installazione multimediale riflette sull’abitare e sull’identità in chiave autobiografica: il lavoro è costituito da una mappa urbana, disegnata su tela, realizzata a partire da fotografie di capelli digitalizzati, su cui poggiano mattoni avvolti in tela-jeans, cuciti a mano, mentre un collage di immagini di particolari di una valigia, a sua volta digitalizzata, va a formare una quinta di scena. Nel video, invece, l’artista, poi, sovrappone la “vestizione” dei mattoni alla loro disposizione nello spazio, evocando un corpo architettonico in trasformazione e rappresentando l’instabilità dell’abitare, tra costruzione e ricostruzione continua dell’identità in luoghi sempre nuovi. Ogni opera elabora una dimensione ideale nella quale abitare significa appartenere: la mappa (capelli e i mattoni) e gli edifici compongono il corpo autobiografico di una città; il collage ricrea paesaggi mobili da un oggetto simbolico, la valigia, oggetto-feticcio, rappresenta l’identità che ci portiamo dietro.

La Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre viene istituita a L’Aquila nel 2004 allo scopo di conservare, tutelare e valorizzare il patrimonio documentario e librario raccolto dal professor Giorgio de Marchis nel corso della sua carriera di storico dell’arte. Dal 2018 abita gli spazi del primo piano del Palazzo Cappa Cappelli che apre costantemente per eventi, mostre e collaborazioni con artisti ed enti.

La Biblioteca delle Donne nasce nel 1981 all’interno del consultorio AIED. Nel 2012 è entrata a far parte della rete nazionale SBN. Nel 2014 il Centro Antiviolenza e la Biblioteca delle Donne si sono riunite, dandosi il nome “Donatella Tellini”, nel segno di un vivido riconoscimento ad una donna straordinaria quale Donatella Tellini, animatrice per decenni di instancabili lotte per la libertà delle donne."La Biblioteca delle donne è uno spazio dove si raccolgono, catalogano e promuovono scritti di donne in vari ambiti del sapere. È luogo di studio ed elaborazione di pensiero politico femminista.

Venerdì 10 ottobre 2025 alle ore 17.30
Associazione Donatella Tellini / Biblioteca delle Donne

Via Angelo Colagrande 2 A/B - L’Aquila

Biblioteca delle Donne
tel. 3396538762 - 3389237601

bibliotecadonne.melusine@gmail.com - https://donatellatellini.it/

laquila_locandina_yamanba.pdf" target="_blank">Scarica la locandina dell'evento

Francesca Chiola e Davide Mariani "La vita notturna delle farfalle"

La vita notturna delle farfalle
Francesca Chiola e Davide Mariani
A cura di Maurizio Coccia

Il giorno 19 settembre 2025 alle ore 18.00, la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre ospita, presso la propria sede al primo piano di Palazzo Cappa Cappelli, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti de L’Aquila, la mostra La vita notturna delle farfalle, a cura di Maurizio Coccia con le opere di Francesca Chiola e Davide Mariani, studenti del Biennio Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti de L’Aquila.

L’esposizione rappresenta il momento conclusivo del corso biennale: una tesi di laurea in forma di mostra ospitata in un spazio espositivo esterno al recinto rassicurante dell’Accademia, evidenziando, così, il carattere sperimentale del sistema didattico e i profondi rapporti territoriali delle istituzioni culturali della città. Infatti la Fondazione Giorgio de Marchis e l’Accademia di Belle Arti de L’Aquila sono legate da un particolare rapporto di collaborazione che ha l’obiettivo di promuovere la ricerca artistica degli studenti ed ampliare la vocazione nel settore della formazione di entrambi gli istituti.

Il progetto installativo site specific La vita notturna delle farfalle permette l’immersione all’interno di uno spazio ideale, realizzato attraverso una mappatura antropologica ed emozionale.

Francesca Chiola. Quando il teatro è pieno, la musica finisce. L’artista cattura, classifica ed elenca i tecnicismi della voce estrapolati da trasmissioni di programmi televisivi che ospitano il canto come forma di intrattenimento: i diversi criteri, secondo i quali le trasmissioni vengono raccolte, sottolineano l'offerta variegata alla quale è possibile attingere se si vuole cantare. Nell’opera video la voce, trasmessa corporalmente, si spoglia del suono sociale per farsi veste del pensiero. Partendo da spunti autobiografici, Francesca Chiola tenta di rispondere a ciò che le offre il mondo dello spettacolo intonando suoni e parole che riconoscono la voce non solo come oggetto di seduzione ma come vero e proprio strumento identitario autoportante. L'intera installazione si caratterizza mediante un incessante dialogo tra funzione rivelatrice delle carte e funzione disegnatrice dello strumento voce.

Davide Mariani. Caso mai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte. L’installazione multimediale riflette sull’abitare e sull’identità in chiave autobiografica: il lavoro è costituito da una mappa urbana, disegnata su tela, realizzata a partire da fotografie di capelli digitalizzati, su cui poggiano mattoni avvolti in tela-jeans, cuciti a mano, mentre un collage di immagini di particolari di una valigia, a sua volta digitalizzata, va a formare una quinta di scena. Nel video, invece, l’artista, poi, sovrappone la “vestizione” dei mattoni alla loro disposizione nello spazio, evocando un corpo architettonico in trasformazione e rappresentando l’instabilità dell’abitare, tra costruzione e ricostruzione continua dell’identità in luoghi sempre nuovi. Ogni opera elabora una dimensione ideale nella quale abitare significa appartenere: la mappa (capelli e i mattoni) e gli edifici compongono il corpo autobiografico di una città; il collage ricrea paesaggi mobili da un oggetto simbolico, la valigia, oggetto-feticcio, rappresenta l’identità che ci portiamo dietro.

Il Corso biennale di II livello in Arti Visive proposto da ABAQ è unico nel suo genere: nessuna altra accademia italiana, infatti, affronta in maniera così coerente le innovazioni, le tensioni e tutta l’energia dell’arte contemporanea mediante le attività didattiche. Il tipo di formazione avuta da Francesca Chiola e Davide Mariani ha mirato ad arricchire il loro bagaglio di esperienze mediante il confronto diretto con i temi, i linguaggi e i protagonisti del panorama internazionale dell’arte contemporanea. Percorsi individuali e tutoraggio sono stati i tratti distintivi di questa inedita pedagogia artistica: interdisciplinari, multiculturali e trasversali rispetto ai saperi necessari per affrontare consapevolmente le sfide del mondo di oggi, propongono nuovi modelli cognitivi ma anche un modo per affrontare interrogativi etici, sociali, economici, filosofici. Particolare cura è data al settore della comunicazione, analogica, multimediale, virtuale, nonché a tutti i campi applicativi della più nuova e sperimentale ricerca visuale, fino a quello che è il vero valore aggiunto del Biennio, ossia la tesi in forma di mostra ospitata in un spazio espositivo esterno.

Il progetto, visitabile fino all’11 ottobre 2025, è un pre-evento SHARPER - Notte Europea dei Ricercatori 2025 finanziato dalla Commissione Europea (GA 101162370 ) -  www.sharper-night.it n del 26 settembre 2025, e partecipa alla XXI Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI del 4 ottobre 2025, con visite guidate mattutine e pomeridiane, alla presenza degli artisti e del curatore.

BIOGRAFIE

Francesca Chiola. Nata a Pescara nel 1999, ha conseguito il Diploma presso il Liceo Artistico Misticoni di Pescara. Ha conseguito studi musicali presso la scuola civica di Montesilvano con il soprano Nicoletta Renzulli partecipando a diversi concorsi. Dal 2017 al 2020 ha cantato presso cori del territorio abruzzese. Ha conseguito la laurea in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Successivamente, ha frequentato il corso di Arti Visive presso l’accademia medesima. Ha partecipato a mostre collettive: Straperetana, Ultramoderne, a cura di Paola Capata e Delfo Durante, Pereto (AQ), 2023; Chiave umbra. Sconfinamenti in natura, a cura di Maurizio Coccia e Mara Predicatori, Trevi, Castiglion del lago, Campello sul Clitunno (PG) 2024; HOW I MET YOUR LOUNDRY, Dodici intermezzi performativi e una festa, a cura di Maurizio Coccia in collaborazione con Celeste, LAVAPIU, Teramo (TE) 2024; Estetica del trauma, a cura di Monica Biancardi presso Palazzetto dei Nobili (AQ), 2024; ha partecipato alle scuole estive Resistenze (2022), Memoria e progetto (2023) e Come un’interpretazione (2024) presso il Museolaboratorio Ex Manifattura Tabacchi a Città Sant’Angelo (PE). Ha partecipato a performance collettive: Performative 03. L’Oltrefesta, di John Cascone e Jacopo Natoli in collaborazione con Elena Bellantoni, David Zerbib e gli studenti dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e dell’ESAAA – École Supérieure d’Art Annecy-Alpes, MAXXI l’Aquila (AQ), 2023; Performative 04, Collezione impermanente di Lucia Bricco e Myriam Laplante in collaborazione con Elena Bellantoni e David Zerbib e gli studenti dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e dell’ESAAA – École Supérieure d’Art Annecy-Alpes, MAXXI L’Aquila (AQ), 2024.

Davide Mariani. Nato a Cagliari il 3/10/1998, nel 2022 si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Sassari. Operatore culturale presso l’Associazione culturale SUONA di Serrenti. Il suo lavoro si avvale di molteplici approcci, tra cui il disegno, fotografia, installazione, video e la performance per indagare i concetti sulla perdita e lo sradicamento, l’abitare e il rapporto con lo spazio e sul camminare come pratica estetica. Ha partecipato a varie residenze d’artista tra cui il Contemporary Festival di Arte e Avanguardia VIII Edizione, ideata da Roberto Follesa e curata da Maurizio Coccia presso lo spazio pubblico di Donori (Cagliari – IT) nel 2023; Trameuropee, interscambio tra Italia e Macedonia del Nord a cura dell’associazione Ottovolante Sulcis col patrocinio di MAECI (IT – MK) a Skopje in Macedonia del Nord nel 2022 e due Summer School presso il Museolaboratorio Ex Manifattura Tabacchi a Città Sant’Angelo (Pescara): Memoria e Progetto (2023) e Come un’interpretazione (2024) curate da Maurizio Coccia e Enzo De Leonibus; ha partecipato alla performance collettiva Collezione Impermanente di Lucia Bricco e Myriam Laplante in collaborazione con Elena Bellantoni e David Zerbib in occasione della quarta edizione del festival Performative04 presso il Maxxi L’Aquila 2024. Tra le mostre che ha partecipato: Fino a nuove disposizioni, a cura di Celeste, Lavanderia LAVAPIU - Teramo 2025; #Chiaveumbra 2024 Sconfinamenti in Natura, sperimentazioni artistiche nel paesaggio olivato umbro, a cura di Maurizio Coccia e Mara Predicatori 2024; Straperetana Supernaturale, a cura di Paola Capata e Annalisa Inzana, Palazzo Iannucci -Pereto (L’Aquila) 2024; A/R Cagliari – Skopje a cura di Chiara Caredda e Gordana Velkov, Museo della Città di Skopje – Skopje – Macedonia del Nord 2023; Maps, a cura di Giannella Demuro, Museo di Arte ambientale Organica - Spazio CEDAP - Tempio Pausania 2023; Donori Endurance, a cura di Maurizio Coccia e Mario Consiglio, Palazzo Lucarini Contemporary – Trevi (Perugia) 2023.

Maurizio Coccia. Laurea in Pedagogia - indirizzo in Storia dell’Arte - presso l’Università di Parma. Dal 2003 al 2006 è stato Direttore del Trevi Flash Art Museum. Ora è Direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Palazzo Lucarini di Trevi. È critico e curatore indipendente; consulente di numerose istituzioni per l’arte pubblica, l’architettura, la didattica museale. Fa parte del Comitato Direttivo della rivista Parol - Quaderni d’arte e di epistemologia. Per Aracne Editore ha pubblicato Una rivoluzione non richiesta (2014) e Cesare Cesariano. Ricomposizione di un problema critico (2015), per Castelvecchi Il leone imbrigliato. Artisti Istituzioni Pubblico (2019). Suoi testi sono pubblicati in volumi miscellanei editi da Gangemi, Gli Ori, Postmedia Books e altri. Nel 2016 ha fatto parte del Comitato Scientifico che ha curato il Padiglione Italia per la Biennale di Architettura a Venezia. Insegna Storia dell’Arte Contemporanea e Storia e Metodologia della Critica d’Arte all’Accademia di Belle Arti de L’Aquila e, a contratto, Storia e Metodologia della Critica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia.

Inaugurazione 19 settembre 2025 ore 18.00 - Fino all’11 ottobre 2025
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre 

Corso Vittorio Emanuele II, 23 - L’Aquila

  • giovedì 11.00 – 13.00 / 17.00 – 19.30
  • venerdì e sabato 17.00 - 19.30
  • domenica 11.00-13.00 / 17.00 -19.30

Ingresso libero

Sharper - La Notte Europea dei Ricercatori
26 settembre 2025

Visite guidate dalle 10 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00

XXI Giornata del Contemporaneo
4 ottobre 2025

Visite guidate dalle 10 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00

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Giuseppe Chiari "Tra Suono e Segno"

Giuseppe Chiari "Tra Suono e Segno"
Documenti dall’Archivio di Giorgio de Marchis

Nei giorni 6 e 7 settembre 2025, in occasione del festival “Il jazz italiano per le terre del sisma” che vede animare anche il cortile di palazzo Cappa Cappelli, la Fondazione Giorgio de Marchis apre le porte della sua sede rendendo consultabili alcuni preziosi documenti conservati nel suo Archivio.

Il pubblico, infatti, potrà accedere al primo piano di Palazzo Cappa Cappelli e partecipare all’iniziativa “Giuseppe Chiari tra suono e segno”, durante la quale saranno a disposizione numerosi documenti che attestano gli scambi culturali tra Giorgio de Marchis e l’artista e compositore Giuseppe Chiari, nonché alcune preziose pubblicazioni sulla ricerca musicale di Chiari.

Giuseppe Chiari, infatti, è stato compositore e artista concettuale, nato nel 1926 a Firenze dove, parallelamente agli studi universitari in matematica e in ingegneria (1946-51), si è dedicato alla musica studiando pianoforte e composizione. Attratto in particolare dalle esperienze di J. Cage, ha cominciato a interessarsi a ricerche sperimentali di musica visiva promuovendo nel 1961, con P. Grossi, l'associazione Vita musicale contemporanea. Di grande importanza per il suo sviluppo artistico furono, nei primi anni Sessanta, l'incontro con S. Bussotti, il confronto con le ricerche di poesia concreta del Gruppo 70, e infine i contatti con gli esponenti newyorkesi del movimento internazionale Fluxus, al quale l'artista aderì partecipando, nel 1962, al Fluxus internationale Festspiele neuester Musik di Wiesbaden. Oltre che nell'ambito di rassegne collettive, da Documenta 5 di Kassel (1972) a diverse edizioni della Biennale di Venezia (1972; 1976; 1978) a quella di Sydney (1990), Chiari ha sviluppato il suo complesso percorso artistico attraverso numerosi concerti e peformance in Europa e negli Stati Uniti.

6-7 settembre 2025
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre 

Corso Vittorio Emanuele II, 23 - L’Aquila

  • 6 settembre 17.00 – 20:00
  • 7 settembre 11.00 – 13:00 / 16:00 – 20:00

Ingresso libero

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Archivissima – Il Festival degli Archivi

Archivissima
Il Festival degli Archivi - Iniziative dell’Archivio di Stato dell’Aquila

L’Archivio di Stato dell’Aquila partecipa al Festival degli Archivi declinando il tema "Dalla parte del futuro" con una mostra virtuale dal titolo "Architetture possibili”. Un video raccoglie alcuni progetti mai realizzati di edilizia pubblica e privata, mostrando l'aspetto che avrebbe potuto avere la città come alternativo a quello attuale.

Il 6 giugno con un unico appuntamento alle ore 18,30 presso la sede della Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre saranno presentati il video “Architetture possibili” e un il video racconto a firma del regista Francesco Paolucci dal titolo "L'Archivio di Stato dell'Aquila. Viaggio nella storia e nei documenti", realizzato con fondi PNRR con la finalità di favorire la conoscenza dell’Istituto e del patrimonio che custodisce. Saranno presenti Francesco Paolucci (regista) e Tiziana Gioia (attrice).

Al fine di favorire la frequentazione dell’evento e come messaggio simbolico di avvicinamento dell’Archivio di Stato dell’Aquila, ancora nel Nucleo industriale dal sisma del 6 aprile 2009, l’iniziativa si terrà nel centro storico della città presso la sede della Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre Onlus (L’Aquila, Palazzo Cappa Cappelli, Corso Vittorio Emanuele II, n. 23).

Archivissima è un festival dedicato alla promozione dei patrimoni archivistici conservati negli archivi di enti pubblici, enti ecclesiastici, fondazioni, associazioni, privati. Ogni anno i soggetti detentori di archivi sono invitati a promuovere iniziative nella forma di mostre, video, podcast su specifici temi proposti dagli organizzatori. Quest’anno il tema è #Dalla parte del futuro, all’insegna dei futuri possibili. L’idea è che gli archivi siano depositari non soltanto dei futuri realizzati, ma anche dei futuri immaginati e mai diventati presente, futuri che sono stati raccontati quanto erano una alternativa possibile.

Archivissima - Il Festival degli Archivi

6 giugno 2025 ore 18.30
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre 

Corso Vittorio Emanuele II, 23 - L’Aquila

Ingresso libero

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"FRAMMENTI" Un progetto di Paolo Mazzeschi e Francesco Paolucci

FRAMMENTI
Un progetto di Paolo Mazzeschi e Francesco Paolucci Con Roberta Vacca e Marzia Lioci

Venerdì 16 maggio 2025 alle ore 18.00, presso la sede della Fondazione de Marchis, al primo piano di Palazzo Cappa Cappelli, la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d'Ocre è lieta di ospitare il progetto Frammenti, composto da un’installazione di elementi in titanio realizzata dall’artista Paolo Mazzeschi e da un cortometraggio del regista e giornalista Francesco Paolucci, in collaborazione con la compositrice Roberta Vacca e l’artista Marzia Lioci.

Durante il vernissage, la storica dell'arte Martina Sconci dialogherà con gli autori.

Frammenti nasce da un dialogo avviato dal collettivo durante il periodo del lockdown: partendo dal titanio, come materia concreta e del reale, il progetto arriva all’immagine cinematografica, come materia impalpabile e della finzione. L’installazione e il cortometraggio rappresentano una trascrizione materiale pervasa una dualità di sentimenti - l’ansia, la frustrazione, la certezza - al fine di ricomporre i sentimenti umani quali frammenti emotivi, composti insieme a formare l’unità o smembrati e divisi in parti differenti.

L’immagine che ne deriva potrebbe ricordare l’effige della maschera: come scrive lo psicologo e filosofo Arturo Conte:

«l’uomo è un assente dietro la sua presentazione, è una persona nascosta che si svela, resta nascosto mentre viaggia. E viaggia sempre con una maschera che nasconde un'assenza. L'uomo si veste, si nasconde, si nasconde ovunque. Si nasconde nelle case, nelle città, ma soprattutto si nasconde nella stessa definizione di "Uomo" come "Persona". "Persona" come "Maschera". Persona dall'etrusco "phersu", quindi dal greco "πρ.σωπον" [pr.s.pon], significa ciò che è davanti agli occhi. La maschera appunto. Mentre tutta la Natura è nuda, l'Uomo è vestito. Quindi, mentre la Natura è futuro, l'Uomo è immerso nel suo passato. L'uomo ferma i fantasmi, ed ecco che c'è il cinema, la presenza del passato. Il presente opprimente. Ma chi è l'uomo? Storici, giornalisti, psicologi, sociologi, artisti hanno cercato per anni di trovare una risposta. In natura questo non accade. Non c'è animale che abbia scritto, indagato la storia di un antenato. La parola "Futuro" invece deriva dal greco "φυω",ciò che fiorisce, ciò che nasce. Ad esempio un albero. Il futuro è la trasfigurazione dell'uomo in donna e della donna in uomo. La trasfigurazione intesa come sensazione. L'incontro delle gemme degli alberi con il cielo e la pioggia. Questo è il futuro, il senza tempo, l'inconscio. Ciò che va oltre il bene e il male».

– Arturo Conte

Nella scultura-installazione, la rappresentazione coincide con un volto trasfigurato che sottolinea i due aspetti del pensiero e dell’azione: una maschera fatta di frammenti assemblati che suscita innumerevoli interrogativi. Nel cortometraggio, i frammenti dei due personaggi/maschere, al limite dell’identificazione reciproca, tendono alla riconquista dell’armonia e alla ricomposizione, aiutati anche dalla colonna sonora che si ispira ai quattro elementi naturali - terra, aria, acqua, fuoco - alternati da voci registrate su fonemi/parole/frasi.

Durante il periodo della mostra sono previsti incontri di approfondimento:

  • 23 maggio 2025 ore 18.00: incontro con Anna Maria Giancarli - poetessa, Domenico Nardecchia - docente e Roberto Soldati - ricercatore visivo.
  • 31 maggio 2025 ore 18.00: incontro con Francesco Zimei - musicologo e Piercesare Stagni - storico del cinema e presidente Abruzzo Film Commission.
BIOGRAFIE

Paolo Mazzeschi. Nato a L'Aquila nel 1966, figlio d'arte, frequenta gli studi nell’Istituto d’Arte dell’Aquila, conseguendo nel 1983 il diploma di maestro d’arte. Termina gli studi nel 1985 specializzandosi in oreficeria e diplomandosi con il titolo di maestro d'arte applicata . Nel 1990 apre il proprio studio d'arte, concentrandosi sul gioiello d'arte contemporanea: i suoi gioielli sono frutto di una attenta ricerca e sperimentazione combinando differenti materiali. Queste capacità gli vengono riconosciute sin dalle prime esposizioni dove riceve la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica . Nel tempo alterna scultura e design. Il suo spirito creativo gli permette di confrontarsi con materiali come metalli, legno, pietra e ceramica. Il linguaggio estetico si traduce in una costante impressione della texture. Negli ultimi anni scopre il titanio che dà nuova forza alla sua ricerca artistica, trovando finalmente una propria espressione personale. Le sue ultime opere possono essere considerate in linea con il movimento artistico del decostruttivismo.

Francesco Paolucci. Giornalista professionista e film maker freelance. Dal 2009 documenta, con diversi linguaggi, il post terremoto dell’Aquila e delle aree interne con reportage rivolti soprattutto al web, Privilegiando il video reportage, da anni è impegnato a documentare storie e tematiche legate al mondo del sociale, ma anche dell'arte e dell'architettura. Nel 2017 ha realizzato “I Migrati", un documentario acquistato contemporaneamente dalla Rai e da Tv2000, presentato e premiato in diversi festival nazionali e internazionali. Gli ultimi lavori sono “I Senza Nome” (2022) sul tema dei migranti sepolti nel cimitero di Lampedusa e “L'uomo più buono del mondo - La leggenda di Carlo Tresca” (2023) e “Io ci provo” (2023) un documentario che fa parlare l'autismo. Nel 2024 è stato selezionato per la 29esima Biennale della Slavonia (Croazia) con il documentario “I Senza Nome”; ha vinto il Premio Penisola Sorrentina "Viaggio in treno" con il corto "Cicale" e il premio miglior documentario” con “L'uomo più buono del mondo” al Festival Documentario D'Abruzzo.

Roberta Vacca. Compositrice residente presso Mac Dowell Colony (U.S.A.), Fondazione per le Lettere e per le Arti di Bogliasco e Residenza d’Artista “Le Ville Matte” di Villasor. Le sue composizioni, edite da Ars Publica, MEP, RAI Com, Sconfinarte, Twilight, sono presenti in sei monografie e raccolte discografiche per varie etichette. La componente ludica e idealistica, unita alla sua passione per il teatro, i cui gesti permeano anche la sua produzione strumentale, la portano ad essere aperta a numerose ed eterogenee collaborazioni “in cui il progetto compositivo è impostato su impianti formali sempre molto chiari e su figure mutuate dalla tradizione e trasfigurate. Gesto teatrale e narratività, il raccontare sia in senso teatrale che in senso musicale, interni all’elaborazione dell’andamento strumentale, sono il vero bisogno espressivo della compositrice.” (R. Cresti).

Marzia Lioci. Laureata in Lingue e Civiltà Orientali e in Scienze e Tecniche Psicologiche, si affaccia alle arti performative nel 2018 e crea un sodalizio artistico con la fotografa Giusy Calia, Cuore Taglia Unica. Espone in varie città italiane ed estere, tra cui Parigi e Berlino, e vince il Primo Premio Internazionale Fotografia Agnese Meotti a Verona. Marzia indaga la dimensione legata al sentire i materiali e gli ambienti attraverso il corpo per farne un’esperienza profonda da cui trarre ispirazione. Le sue collaborazioni artistiche sono nell’ambito della fotografia, della danza e della narrazione, con un filo conduttore che riguarda il viaggio intimo dentro se stessi quale ricerca e rivelazione di forze vitali libere e autentiche.

Inaugurazione venerdì 16 maggio 2025 ore 18.00
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre 

Corso Vittorio Emanuele II, 23 - L’Aquila
Fino al 31 maggio 2025 nei seguenti orari:

  • giovedì 11.00 – 13:00 / 17:00 – 19.30
  • venerdì e sabato 17.00 – 19.30
  • domenica 11.00 – 13:00 / 17:00 – 19.30

Ingresso libero

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Mostra "Làmbere" di Riccardo Chiodi

Mostra
Riccardo Chiodi
Làmbere
a cura di Emiliano Dante e Piotr Hanzelewicz

Inaugurazione 15 marzo 2025 ore 18.00
Fino al 5 aprile 2025
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre - Palazzo Cappa Cappelli - L’Aquila

Sabato 15 marzo 2025 alle ore 18.00, presso la sede della Fondazione de Marchis, al primo piano di Palazzo Cappa Cappelli, la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d'Ocre è lieta di ospitare la mostra Làmbere di Riccardo Chiodi, a cura di Emiliano Dante e Piotr Hanzelewicz.

In esposizione, oltre alla produzione dell’ultimo anno di ricerca dell’artista, anche alcune selezioni di lavori, dal 2012 in poi, che esplorano le tematiche generali della mostra ed in particolare i diversi aspetti della relazione con chi o cosa è “altro”: dall’approfondimento del tema del corpo tra peso e leggerezza, già presente in 209949 gr ℮ negli spazi di 16 Civico nel 2017, all’indagine dei rapporti con il corpo dell’altro, portati avanti nel progetto Per renderti il tuo sangue a Spazio Varco nel 2020. Con Làmbere la ricerca artistica di Riccardo Chiodi è sguardo che torna sull’altro, con la consapevolezza della conquista dello spazio: se formalmente il lavoro di Riccardo Chiodi richiama sperimentazioni di arte spaziale o esperienze optical, la componente concettuale e relazionale risulta indispensabile per comprendere pienamente la sua poetica qui presentata in un ventaglio ampio e completo. Làmbere è una mostra costruita da continui strappi che creano strisce che vengono avvicinate, a sfiorarsi, a ricomporre in tal modo un’unità ordinata e pulita seppur sfilacciata.

Come scrive il curatore Emiliano Dante:

«La costanza della struttura, l’incedere per minime variazioni, al contrario delle esperienze degli anni ‘60, nasce dall’esigenza di lavorare su altro rispetto alla forma in sé. Dove il minimalismo si concentrava sulle strutture primarie, dove l’optical trovava la sua ragion d’essere nella pura stimolazione retinica, l’opera oggettuale di Chiodi trova il suo orizzonte operativo fuori dal semplice rapporto oggetto-occhio, in un altro che è lavoro, è fatica, è tempo, è vissuto. La ricorrenza strutturale, quindi, è in effetti un modo di trascendere l’esperienza individuale. Serve simultaneamente a trasformarla e a interpretarla, a mostrarla e, paradossalmente, a nasconderla. Ecco quindi che il lavoro estenuante sulla materia sfocia in una perfezione impersonale – ed ecco che il vestito delle feste della nonna, che è lo stesso con cui è stata vestita al suo funerale, viene mostrato al pubblico – ma mostrato non in quanto vestito, ma in quanto materia. Mostrato e nascosto, celebrato e sezionato.»

– Emiliano Dante

E Piotr Hanzelewicz prosegue:

«Riccardo è tante cose. Alcune più di altre hanno impattato e lasciato segni nella sua vita. Alcune in forma transitoria, altre lo accompagneranno fino a quando smetterà di respirare per sempre. Riccardo ha fatto pugilato e quindi si è misurato ed ha dovuto misurare il peso del suo corpo, per lavorare poi sul peso fisico delle sue opere pittoriche (in legno, ferro e tela) che godevano di una straordinaria leggerezza visiva. Poi c’è stato il trapianto di midollo e la conseguente perdita di peso fisico, in favore di un aumento del “peso visivo”. Poi c’è la recente diagnosi di Asperger, qui dichiarata pubblicamente per la prima volta. Riccardo gioca con il suo cognome per firmarsi. Non lo fa però con un riferimento didascalico e diretto al “chiodo” o ai “chiodi”: prende il “dato di fatto” del suo cognome e lo divide in parti uguali ottenendo Chi odi. Fa sempre così, fa così anche con la tela. Il timbro con cui sigla le sue opere può fare riferimento ad un aulico “colui che senti, ascolti” oppure a “colui per il quale nutri odio”. Alì suggeriva di volare come una farfalla e di pungere come un’ape. Calvino parlava di una intelligente sottrazione di peso. A Newton cadde una mela in testa e fu un avvenimento di una riguardevole gravità.»

– Piotr Hanzelewicz

BIOGRAFIE

Riccardo Chiodi, nato a L’Aquila (1973), dove vive e lavora, si avvicina alla pratica dell’arte negli anni del liceo e ne approfondisce i fondamenti storico-teorici nel percorso universitario. Da subito esplora i confini del disegno, della pittura, della scultura e della musica approdando ad una personale ricerca. Nei primi anni la sua produzione artistica è prevalentemente basata sulla pittura su tela; la prima personale è del 2006. Dal 2014 sviluppa maggiormente la ricerca polimaterica introducendo l’utilizzo di ferro e alluminio e limita la tavolozza al bianco, rosso e nero; i metalli diventano protagonisti, fondendosi con i tessuti secondo ritmi scanditi da linee, aperte o chiuse, parallele. In questo periodo inizia a misurarsi anche con la videoarte.

Emiliano Dante è nato a L'Aquila nel 1974. Come filmmaker, ha realizzato la trilogia di documentari sperimentali sul terremoto costituita da Into The Blue (2009), Habitat - Note Personali (2014) e Appennino (2017), e i film di finzione Limen (Omission) (2012) e The Coin (in postproduzione). Ha insegnato Cinema, Fotografia e Televisione alla Facoltà di Scienze della Formazione dell'Aquila, Storia dell'arte contemporanea nelle Università dell’Aquila e di Cassino, Regia al Centro sperimentale di cinematografia dell'Aquila. Attualmente insegna Pratica e cultura dello spettacolo all'Accademia di Belle Arti di Roma. Tra le sue pubblicazioni, Merda d'Artista (2005), Breve saggio sulla storia e la natura degli audiovisivi (2007) e Terremoto Zeronove (2009).

Piotr Hanzelewicz (Polonia, 1978) vive in Italia. Ha fatto esperienze diverse fra loro, studi, lavori. Ama il termine cosa/cose. Non ha un approccio scientifico ma si attesta su una curiosità utile a creare collegamenti tra discipline diverse, talvolta lontane fra loro. Questa è la griglia di partenza. Poi c'è tutto il resto, insomma, poi ci sono le cose. Nota curiosa: è nato lo stesso giorno in cui è morto Paolo VI, pertanto non è sbagliato affermare che uno come Piotr Hanzelewicz nasce ogni morte di papa. Tra le principali esposizioni personali: 2011 – “L’inquilino del terzo piano” a cura di Enzo de Leonibus con testi di Teresa Macrì e Marco Patricelli – Museolaboratorio Città S. Angelo (PE); 2013 “Laborioso laborioso laborioso” a cura di Franco Speroni con testi in catalogo di Alberto Abruzzese e Michela Becchis – Istituto Polacco (Roma); 2014 “All’ombra del pavone” a cura di Michela Becchis – Biblioteca del Senato (Roma); 2019 – "One hundred bucks and few cents" a cura di Fabio de Chirico e Giuseppe Capparelli, con testo in catalogo di Edoardo Marcenaro - Galleria Rosso20sette (Roma).

Inaugurazione sabato 15 marzo 2025 ore 18.00
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre 

Corso Vittorio Emanuele II, 23 - L’Aquila
Fino al 5 aprile 2025 nei seguenti orari:

  • giovedì 11.00 – 13:00 / 16:30 – 19.00
  • venerdì e sabato 16.30 – 19.00
  • domenica 11.00 – 13:00 / 16:30 – 19.00

Ingresso libero

Presentazione del volume "Covando un mondo nuovo" di Paola Agosti e Benedetta Tobagi

Presentazione del volume
Covando un mondo nuovo
di Paola Agosti e Benedetta Tobagi

4 marzo 2025 ore 17.30
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre - Palazzo Cappa Cappelli - L’Aquila

Martedì 4 marzo 2025 alle ore 17.30, la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d'Ocre è lieta di ospitare la presentazione del volume Covando un mondo nuovo - Viaggio tra le donne degli anni Settanta di Paola Agosti e Benedetta Tobagi per Einaudi Editore.

Durante l’incontro Paola Agosti dialogherà con Maria Giovanna Stati - Biblioteca delle Donne Melusine - Associazione Donatella Tellini. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con il Punto Einaudi L'Aquila.

Il volume raccoglie una serie di fotografie degli anni Settanta, frutto di una selezione a quattro mani di Paola Agosti, autrice degli scatti, testimone e interprete unica di un’epoca, e Benedetta Tobagi, ridando loro voce, con grande immediatezza e piglio narrativo, raccontando quella che è stata definita la sola rivoluzione riuscita del Novecento, ovvero quella delle donne. All’alba del decennio, infatti, l’Italia è un Paese plurale, dove convivono ragazze in minigonna e signore nerovestite con lo scialle in testa, battagliere avvocate e altrettanto battagliere operaie e contadine. Plurali sono anche le anime del movimento femminista: a Roma la via prediletta è quella dell’azione politica, a Milano prevale il tentativo di liberarsi attraverso i gruppi di autocoscienza. Oltre a illustrare e narrare tutto questo, Agosti e Tobagi trasmettono l’incredibile vitalità e creatività del movimento delle donne negli anni Settanta, che si manifestano negli slogan, come quello che dà il titolo al libro, nei pupazzi che portano ai cortei, nelle pratiche di self help e nei girotondi: la gioia di una stagione dirompente che ha conquistato alcuni dei diritti di cui godiamo oggi.

BIOGRAFIE

Paola Agosti, nata a Torino nel 1947, fotografa indipendente dal 1969, nella sua carriera si è occupata con grande attenzione delle vicende del mondo femminile, dedicando a questo tema vari libri, tra cui: Riprendiamoci la vita (Savelli Editore, 1976) sugli anni «caldi» del femminismo, e La donna e la macchina (Oberon, 1983) sul lavoro femminile nelle fabbriche dell’Italia settentrionale. Ha documentato la fine della civiltà contadina del Piemonte piú povero in Immagine del “mondo dei vinti” (Mazzotta, 1979) e Il destino era già lí (Araba Fenice, 2015), le vicende dell’emigrazione piemontese in Argentina in Dal Piemonte al Rio de la Plata (Regione Piemonte, 1988) e El Paraíso: entrada provisoria (Monografie Fiaf, 2011), la condizione dell’esistenza canina in Caro cane (La Tartaruga, 1997). Il racconto della sua vita in Itinerari. Il lungo viaggio di una fotografa (Postcart, 2023). Ha pubblicato con Giovanna Borgese i ritratti dei grandi protagonisti della cultura europea del Novecento in Mi pare un secolo (Einaudi, 1992). Nel 2023 Rai5 le ha dedicato un documentario, per la regia di Claudia Pampinella, dal titolo Paola Agosti, il mondo in uno scatto.

Benedetta Tobagi è nata a Milano nel 1977. Laureata in filosofia, Ph.D in storia presso l’Università di Bristol, si è specializzata nella storia dello stragismo. È stata conduttrice radiofonica per la Rai e collabora con «la Repubblica». Dal 2012 al 2015 è stata membro del consiglio di amministrazione della Rai. Si occupa di progetti didattici e formazione docenti sulla storia degli anni Settanta e del terrorismo con la Rete degli archivi per non dimenticare. Per Einaudi ha pubblicato Come mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre (2009 e 2015), Una stella incoronata di buio. Storia di una strage (2013 e 2019), Piazza Fontana. Il processo impossibile (2019), La Resistenza delle donne (2022, vincitore del Premio Campiello) e Segreti e lacune. Le stragi tra servizi segreti, magistratura e governo (2023).

Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre 
Corso Vittorio Emanuele II, 23 - L’Aquila
4 marzo 2025 ore 17.30

Ingresso libero

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Del resto - On stage

Del resto - On stage
Nell’ambito della mostra
Del resto
di Piotr Hanzelewicz

17 gennaio 2025
ore 16.30 Incontro con Francesco Avolio

Aula Magna Dipartimento Scienze Umane Università de L’Aquila, Viale Nizza 14 - L’Aquila

ore 19.30 Performance ‘Moneta’ di Piotr Hanzelewicz
Piazzetta del Sole (Via Crisante) - L’Aquila

a seguire "Melancholia" di E. Ysaÿe, seconda parte Sonata per violino solo eseguita dal Mº Andrzej Hanzelewicz
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre Corso Vittorio Emanuele II, 23 - L’Aquila

Nell’ambito della mostra Del resto di Piotr Hanzelewicz, a cura di Emiliano Dante, visitabile presso la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d'Ocre fino al 23 gennaio, venerdì 17 gennaio 2025 il pomeriggio sarà dedicato ad appuntamenti di approfondimento delle tematiche del progetto.

Alle ore 16.30, nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Umane dell'Università de L'Aquila si svolgerà un incontro con il Professor Francesco Avolio che rifletterà su come il denaro "sia parlato" nelle comunità del centro-sud, attraverso una ricca analisi di detti e proverbi.

Alle ore 19.30, nella Piazzetta del Sole (piazza retrostante l’ingresso della Fondazione de Marchis - Via Crisante), la performance "Moneta" di Piotr Hanzelewicz per dispositivo cellulare, con il supporto tecnico di Factory Sound.

A seguire, nella sede della Fondazione de Marchis, la seconda parte della sonata per violino solo, ”Melancholia" di E. Ysaÿe, eseguita dal Mº Andrzej Hanzelewicz.

Nell’incontro presso l’Università, Francesco Avolio passa in rassegna i modi in cui la tradizione popolare dell’Abruzzo e delle province vicine ha inquadrato, tramite il genere “proverbio”, le problematiche legate al denaro, alla ricchezza, all’avarizia, alla prodigalità e ad altri argomenti collegati, come i rapporti familiari e personali. I materiali selezionati, tratti tutti da pubblicazioni scientificamente affidabili, perché basate su approfondite ricerche sul campo in cinque comuni del Centro-Sud (L’Aquila, Tornimparte, Celano, Arce, Monte San Biagio), sono, tuttavia, con ogni probabilità, un po’ diversi da quello che ci si aspetterebbe: non vi troviamo, infatti, un’unica visione del mondo, omogenea, ma detti proverbiali anche in contraddizione fra loro, perché espressione di esperienze di natura diversa, a seconda dei luoghi, delle classi sociali ecc.. Spesso, ad esempio, uno stesso proverbio compare, con differenti varianti, in più di una raccolta. In molti di essi è possibile cogliere, oltre al peso dell’esperienza, anche una notevole dose di umorismo e di ironia, in grado di volgere in positivo, o comunque di sdrammatizzare, situazioni e fatti che poi tanto positivi non sono.

Il progetto Del resto di Piotr Hanzelewicz tratta la tematica del “denaro” e delle sue implicazioni, delle congetture che ne nascono intorno, di tutte le possibili declinazioni che esso assume ed ha assunto in passato nelle comunità umane, e costituisce il punto di arrivo di un percorso artistico, che fonde aspetti teorici e estetici, iniziato con la mostra Laborioso laborioso laborioso, presso l’Istituto Polacco di Roma nel 2013. La mostra, ospitata dalla Fondazione de Marchis, risulta caratterizzata, come afferma Michela Becchis nel testo in catalogo, da “oggetti molto densi e carichi di una profonda riflessione sul senso del denaro e del suo ruolo di regolatore apparente di uno scambio, ma in realtà struttura che conserva la più terribile delle asimmetrie, la più falsa narrazione di un bene di scambio paritario; oggetti non possono essere alienati, sorpassati, disimpegnati dalla loro relazione con coloro che li hanno fatti e messi al centro di quella relazione. Nel paradosso artistico la disuguaglianza, che viene nascosta dal falso legame geometria/status economico, viene lasciata solo apparentemente fuori ma non certo perché venga ignorata, piuttosto perché Hanzelewicz esplicita così il desiderio che chi interloquisce con le sue grandi tele, con la stanza forziere, con la spiazzante vetrata bifronte si impegni con la sua concettuale ossidazione a demolire quell’insensato racconto monolitico e indifferente e agisca uno spazio corrosivo di conoscenza.

La mostra, con i testi in catalogo di Emiliano Dante, Michela Becchis e Francesco Avolio, si avvale del patrocinio e il contributo dell’Istituto Polacco a Roma.

BIOGRAFIE

Piotr Hanzelewicz, (Polonia, 1978) vive in Italia. Ha fatto esperienze diverse fra loro, studi, lavori. Ama il termine cosa/cose. Non ha un approccio scientifico ma si attesta su una curiosità utile a creare collegamenti tra discipline diverse, talvolta lontane fra loro. Questa è la griglia di partenza. Poi c'è tutto il resto, insomma, poi ci sono le cose. Nota curiosa: è nato lo stesso giorno in cui è morto Paolo VI, pertanto non è sbagliato affermare che uno come Piotr Hanzelewicz nasce ogni morte di papa. Tra le principali esposizioni personali: 2011 – “L’inquilino del terzo piano” a cura di Enzo de Leonibus con testi di Teresa Macrì e Marco Patricelli – Museolaboratorio Città S. Angelo (PE); 2013 “Laborioso laborioso laborioso” a cura di Franco Speroni con testi in catalogo di Alberto Abruzzese e Michela Becchis – Istituto Polacco (Roma); 2014 “All’ombra del pavone” a cura di Michela Becchis – Biblioteca del Senato (Roma); 2019 – "One hundred bucks and few cents" a cura di Fabio de Chirico e Giuseppe Capparelli, con testo in catalogo di Edoardo Marcenaro - Galleria Rosso20sette (Roma).

Francesco Avolio, (Roma, 1963) insegna dal 1997 Linguistica italiana nell’Università degli studi dell’Aquila. Al centro dei suoi interessi sono le varietà dialettali dell’Italia centrale e meridionale, la teoria e i metodi della ricerca dialettologica e geolinguistica, i problemi della ricostruzione linguistica, i rapporti tra linguaggio ed esperienza (etnolinguistica). È membro di diverse società scientifiche, del Comitato scientifico della Rivista Italiana di Linguistica e di Dialettologia e di quello del Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano. Dirige, con Elisabetta Carpitelli e Matteo Rivoira, la collana Studi e testi di dialettologia e varia linguistica delle Edizioni dell’Orso di Alessandria. Suoi articoli sono apparsi su riviste e periodici specializzati italiani e stranieri. È autore di numerosi saggi, tra cui i volumi Bommèsprə. Profilo linguistico dell’Italia centro-meridionale (San Severo, 1995), Tra Abruzzo e Sabina (Alessandria, 2009) e Lingue e dialetti d’Italia (Roma, 2009), e dell’Atlante Linguistico ed Etnografico Informatizzato della Conca Aquilana (ALEICA, versione multimediale a cura di Giovanni De Gasperis).

Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre 
Corso Vittorio Emanuele II, 23 - L’Aquila
Fino al 26 gennaio 2025 nei seguenti orari:

  • giovedì 11.00 – 13:00 / 16:30 – 19.00
  • venerdì e sabato 16.30 – 19.00
  • domenica 11.00 – 13:00 / 16:30 – 19.00

Ingresso libero
 

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Piotr Hanzelewicz - "Del resto"

Mostra
Piotr Hanzelewicz
Del resto
a cura di Emiliano Dante

Inaugurazione 13 dicembre 2024 ore 18.00.
Fino al 26 gennaio 2025
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d'Ocre, Palazzo Cappa Cappelli - L'Aquila

Venerdì 13 dicembre 2024 alle ore 18.00, presso la sede della Fondazione de Marchis, al primo piano di Palazzo Cappa Cappelli, la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d'Ocre è lieta di ospitare la mostra Del resto di Piotr Hanzelewicz, a cura di Emiliano Dante, con i testi in catalogo di Emiliano Dante, Michela Becchis e Francesco Avolio, con il patrocinio e il contributo dell’Istituto Polacco a Roma.

Il progetto Del resto tratta la tematica del “denaro” e delle sue implicazioni, delle congetture che ne nascono intorno, di tutte le possibili declinazioni che esso assume ed ha assunto in passato nelle comunità umane, e costituisce il punto di arrivo di un percorso artistico, che fonde aspetti teorici e estetici, iniziato con la mostra Laborioso laborioso laborioso, presso l’Istituto Polacco di Roma nel 2013.

Il lavoro di Hanzelewicz fonda spesso sulla natura etimologica delle parole coinvolte nella sua ricerca artistica: lo stesso titolo della mostra è in realtà un gioco di parole riferito al termine “resto”. “Del resto” è una locuzione testuale di valore avversativo limitativo rispetto a quanto affermato in precedenza: così come dice l'Accademia della Crusca, sta ad intendere un “d'altronde”, “d'altra parte”. Tuttavia, se intendiamo il resto come la differenza in denaro che deve ricevere chi ha dato in pagamento una somma superiore alla spesa, ci troviamo di fronte ad un gioco di parole in cui quel “del” non è più parte della locuzione testuale ma diventa un retaggio linguistico, una derivazione latina che indica l'argomento di cui si tratta. In tal senso possiamo dire che il titolo della mostra riguarda “il resto” ovvero i soldi spicci, visto e considerato che le opere sono realizzate prendendo come spunto i tagli più piccoli delle monete e delle banconote euro. Guardando al territorio, alla storia sociale ed economica delle comunità, non è possibile non pensare, ad esempio, al termine “pecunia”, una parola latina che indica il denaro e che ha un legame specifico con le attività legate alla pastorizia (pecunia da pecus - pecora, bestiame). Il denaro ha, dunque, una eco universale ed al tempo stesso territoriale, proprio perchè incarnata dalle comunità umane nel loro farsi e trasformarsi continuo.

Come scrive il curatore, Emiliano Dante, nel testo critico:

«Piotr sceglie per le sue opere la moneta da un centesimo perché è una moneta pressoché senza valore. Il suo unico fine è l'eufemismo mercantile - in effetti serve solo a dire che un prodotto non costa ben cinque euro, ma solo quattro euro e novantanove. È quindi una moneta fisica dal valore prettamente retorico. Piotr sottopone questa fisicità già intrisa di evanescenza al suo intruglio di acqua, sale e aceto. A questo, come dice lui, ci aggiunge anche il tempo, inteso sia come passaggio delle ore che, talvolta, come passaggio delle nuvole e delle piogge. Attraverso questo processo di deterioramento, le monete non divengono semplicemente stampo e pigmento, ma subiscono anche una traslazione simbolica: diventano ombra, segno, memoria. Dove prima erano resto al supermercato, ora sono resto sulla tela - è una migrazione fisica che è anche una migrazione semantica. Durante questa migrazione, si sostituisce un valore convenzionale, quello economico, con un valore personale, quello estetico. [...] Tra la sala delle ossidazioni e il ballatoio, in Fondazione abbiamo uno spazio che è sempre problematico negli allestimenti, vista la presenza di librerie, libri e di un transito a L che non è facilissimo da gestire. Qui Piotr ha deciso di mettere una piccola opera costituita da file di calchi in gesso ceramico bianco delle monete da un centesimo. Ai lati, due librerie colme di mucchi di altri calchi identici e altrettanto bianchi, divisi in sedici scaffali, mucchio per mucchio. Nella loro quantità opulenta, queste montagnole di monete ricordano un pochino i tesori dei film di pirati – il che è particolarmente ironico, considerando che, in luogo dell'oro, qui ci sono letteralmente pallide copie di monete già senza valore. Se le ossidazioni mostrano la memoria delle monete, questi mucchietti paiono esserne il fantasma. A fare da contrappunto, nei sedici scaffali della libreria più lunga, Piotr ha disposto in modo piuttosto ordinato i resti di monetine ormai arrugginite e accartocciate, distrutte dall'acqua, dal sale, dall'aceto e, soprattutto, distrutte dal tempo. Dopo i fantasmi, quindi, questi che se ne stanno così allineati e decomposti devono essere i cadaveri. [...] Nel ballatoio Piotr riprende l'idea di Paesaggio ideale, un'opera di enormi dimensioni che aveva realizzato sulla vetrata dell'Istituto Polacco di Cultura di Roma per Laborioso, Laborioso, Laborioso. Si tratta della riproduzione a matita su lucido del ponte che illustrava le prime banconote da 5 euro, realizzata site-specific per i vetri del ballatoio della Fondazione de Marchis. Se è vero che l'opera è fruibile tanto dall'interno, quanto dall'esterno dell'edificio, è anche vero che solo dall'interno si possono apprezzare i dettagli, mentre solo dall'esterno si può cogliere l'insieme.»

– Emiliano Dante

Durante il periodo della mostra, il 17 gennaio 2025, si svolgerà una conferenza di Francesco Avolio, docente di linguistica italiana dell'Università degli Studi dell’Aquila, il quale presenterà il denaro “parlato” attraverso motti, detti e proverbi nei dialetti di cinque comuni del Centro-Sud.

BIOGRAFIE

Piotr Hanzelewicz, (Polonia, 1978) vive in Italia. Ha fatto esperienze diverse fra loro, studi, lavori. Ama il termine cosa/cose. Non ha un approccio scientifico ma si attesta su una curiosità utile a creare collegamenti tra discipline diverse, talvolta lontane fra loro. Questa è la griglia di partenza. Poi c'è tutto il resto, insomma, poi ci sono le cose. Nota curiosa: è nato lo stesso giorno in cui è morto Paolo VI, pertanto non è sbagliato affermare che uno come Piotr Hanzelewicz nasce ogni morte di papa. Tra le principali esposizioni personali: 2011 – “L’inquilino del terzo piano” a cura di Enzo de Leonibus con testi di Teresa Macrì e Marco Patricelli – Museolaboratorio Città S. Angelo (PE); 2013 “Laborioso laborioso laborioso” a cura di Franco Speroni con testi in catalogo di Alberto Abruzzese e Michela Becchis – Istituto Polacco (Roma); 2014 “All’ombra del pavone” a cura di Michela Becchis – Biblioteca del Senato (Roma); 2019 – "One hundred bucks and few cents" a cura di Fabio de Chirico e Giuseppe Capparelli, con testo in catalogo di Edoardo Marcenaro - Galleria Rosso20sette (Roma).

Emiliano Dante, è nato a L'Aquila nel 1974. Come filmmaker, ha realizzato la trilogia di documentari sperimentali sul terremoto costituita da Into The Blue (2009), Habitat - Note Personali (2014) e Appennino (2017), e i film di finzione Limen (Omission) (2012) e The Coin (in postproduzione). Ha insegnato Cinema, Fotografia e Televisione alla Facoltà di Scienze della Formazione dell'Aquila, Storia dell'arte contemporanea nelle Università dell’Aquila e di Cassino, Regia al Centro sperimentale di cinematografia dell'Aquila. Attualmente insegna Pratica e cultura dello spettacolo all'Accademia di Belle Arti di Roma. Tra le sue pubblicazioni, Merda d'Artista (2005), Breve saggio sulla storia e la natura degli audiovisivi (2007) e Terremoto Zeronove (2009).

Michela Becchis, nasce a Roma e qui si laurea in Storia dell'arte medievale. Storica e critica d'arte, ha insegnato nelle Università dell'Aquila, di Chieti, di Roma "Tor Vergata" e all'Istituto Universitario "Suor Orsola Benincasa" di Napoli. Ha collaborato con l'Istituto Universitario Internazionale di Fiesole, con la Scuola di Studi Superiori "Giacomo Leopardi" (Università di Macerata), con la sede italiana del RISD (Rhode Island School of Design). Ha sempre diviso i suoi studi e le sue ricerche tra l'arte medievale e quella contemporanea dando vita a un curriculum volutamente eterogeneo. Intesse rapporti con artiste e artisti che segue nel loro processo ideativo in modo continuo. In tutti casi nutre particolare interesse al rapporto tra arte, storia, genere e movimenti politici e alla circolazione dei modelli figurativi e linguistici inter e transculturali. Con l'Associazione Officina delle Culture vincendo i bandi per Estate Romana, Notte dei Musei, Contemporaneamente, Eureka!, cura rassegne che contaminano generi diversi e culture artistiche diverse unendo in sperimentazioni visive, teatrali, performative, musicali, artiste e artisti provenienti da diverse parti del mondo. È codirettrice, con Elisabetta Portoghese, del Festival Internazionale di Fotografia di Castelnuovo di Porto. Scrive per Il Manifesto, S-Definizioni e ArtAPart.

Francesco Avolio, (Roma, 1963) insegna dal 1997 Linguistica italiana nell’Università degli studi dell’Aquila. Al centro dei suoi interessi sono le varietà dialettali dell’Italia centrale e meridionale, la teoria e i metodi della ricerca dialettologica e geolinguistica, i problemi della ricostruzione linguistica, i rapporti tra linguaggio ed esperienza (etnolinguistica). È membro di diverse società scientifiche, del Comitato scientifico della Rivista Italiana di Linguistica e di Dialettologia e di quello del Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano. Dirige, con Elisabetta Carpitelli e Matteo Rivoira, la collana Studi e testi di dialettologia e varia linguistica delle Edizioni dell’Orso di Alessandria. Suoi articoli sono apparsi su riviste e periodici specializzati italiani e stranieri. È autore di numerosi saggi, tra cui i volumi Bommèsprə. Profilo linguistico dell’Italia centro-meridionale (San Severo, 1995), Tra Abruzzo e Sabina (Alessandria, 2009) e Lingue e dialetti d’Italia (Roma, 2009), e dell’Atlante Linguistico ed Etnografico Informatizzato della Conca Aquilana (ALEICA, versione multimediale a cura di Giovanni De Gasperis).

Inaugurazione venerdì 13 dicembre 2024 ore 18.00
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre 

Corso Vittorio Emanuele II, 23 - L’Aquila
Fino al 26 gennaio 2025 nei seguenti orari:

  • giovedì 11.00 – 13:00 / 16:30 – 19.00
  • venerdì e sabato 16.30 – 19.00
  • domenica 11.00 – 13:00 / 16:30 – 19.00

Ingresso libero
 

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