Angelo Bellobono: Mappa Appennino
Giovedì 12 maggio 2022 - domenica 12 giugno 2022 - MAXXI, Piazza Santa Maria Paganica, 15 - LAquila
FRAMMENTI
Un progetto di Paolo Mazzeschi e Francesco Paolucci Con Roberta Vacca e Marzia Lioci
Venerdì 16 maggio 2025 alle ore 18.00, presso la sede della Fondazione de Marchis, al primo piano di Palazzo Cappa Cappelli, la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d'Ocre è lieta di ospitare il progetto Frammenti, composto da un’installazione di elementi in titanio realizzata dall’artista Paolo Mazzeschi e da un cortometraggio del regista e giornalista Francesco Paolucci, in collaborazione con la compositrice Roberta Vacca e l’artista Marzia Lioci.
Durante il vernissage, la storica dell'arte Martina Sconci dialogherà con gli autori.
Frammenti nasce da un dialogo avviato dal collettivo durante il periodo del lockdown: partendo dal titanio, come materia concreta e del reale, il progetto arriva all’immagine cinematografica, come materia impalpabile e della finzione. L’installazione e il cortometraggio rappresentano una trascrizione materiale pervasa una dualità di sentimenti - l’ansia, la frustrazione, la certezza - al fine di ricomporre i sentimenti umani quali frammenti emotivi, composti insieme a formare l’unità o smembrati e divisi in parti differenti.
L’immagine che ne deriva potrebbe ricordare l’effige della maschera: come scrive lo psicologo e filosofo Arturo Conte:
«l’uomo è un assente dietro la sua presentazione, è una persona nascosta che si svela, resta nascosto mentre viaggia. E viaggia sempre con una maschera che nasconde un'assenza. L'uomo si veste, si nasconde, si nasconde ovunque. Si nasconde nelle case, nelle città, ma soprattutto si nasconde nella stessa definizione di "Uomo" come "Persona". "Persona" come "Maschera". Persona dall'etrusco "phersu", quindi dal greco "πρ.σωπον" [pr.s.pon], significa ciò che è davanti agli occhi. La maschera appunto. Mentre tutta la Natura è nuda, l'Uomo è vestito. Quindi, mentre la Natura è futuro, l'Uomo è immerso nel suo passato. L'uomo ferma i fantasmi, ed ecco che c'è il cinema, la presenza del passato. Il presente opprimente. Ma chi è l'uomo? Storici, giornalisti, psicologi, sociologi, artisti hanno cercato per anni di trovare una risposta. In natura questo non accade. Non c'è animale che abbia scritto, indagato la storia di un antenato. La parola "Futuro" invece deriva dal greco "φυω",ciò che fiorisce, ciò che nasce. Ad esempio un albero. Il futuro è la trasfigurazione dell'uomo in donna e della donna in uomo. La trasfigurazione intesa come sensazione. L'incontro delle gemme degli alberi con il cielo e la pioggia. Questo è il futuro, il senza tempo, l'inconscio. Ciò che va oltre il bene e il male».
– Arturo Conte
Nella scultura-installazione, la rappresentazione coincide con un volto trasfigurato che sottolinea i due aspetti del pensiero e dell’azione: una maschera fatta di frammenti assemblati che suscita innumerevoli interrogativi. Nel cortometraggio, i frammenti dei due personaggi/maschere, al limite dell’identificazione reciproca, tendono alla riconquista dell’armonia e alla ricomposizione, aiutati anche dalla colonna sonora che si ispira ai quattro elementi naturali - terra, aria, acqua, fuoco - alternati da voci registrate su fonemi/parole/frasi.
Durante il periodo della mostra sono previsti incontri di approfondimento:
Paolo Mazzeschi. Nato a L'Aquila nel 1966, figlio d'arte, frequenta gli studi nell’Istituto d’Arte dell’Aquila, conseguendo nel 1983 il diploma di maestro d’arte. Termina gli studi nel 1985 specializzandosi in oreficeria e diplomandosi con il titolo di maestro d'arte applicata . Nel 1990 apre il proprio studio d'arte, concentrandosi sul gioiello d'arte contemporanea: i suoi gioielli sono frutto di una attenta ricerca e sperimentazione combinando differenti materiali. Queste capacità gli vengono riconosciute sin dalle prime esposizioni dove riceve la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica . Nel tempo alterna scultura e design. Il suo spirito creativo gli permette di confrontarsi con materiali come metalli, legno, pietra e ceramica. Il linguaggio estetico si traduce in una costante impressione della texture. Negli ultimi anni scopre il titanio che dà nuova forza alla sua ricerca artistica, trovando finalmente una propria espressione personale. Le sue ultime opere possono essere considerate in linea con il movimento artistico del decostruttivismo.
Francesco Paolucci. Giornalista professionista e film maker freelance. Dal 2009 documenta, con diversi linguaggi, il post terremoto dell’Aquila e delle aree interne con reportage rivolti soprattutto al web, Privilegiando il video reportage, da anni è impegnato a documentare storie e tematiche legate al mondo del sociale, ma anche dell'arte e dell'architettura. Nel 2017 ha realizzato “I Migrati", un documentario acquistato contemporaneamente dalla Rai e da Tv2000, presentato e premiato in diversi festival nazionali e internazionali. Gli ultimi lavori sono “I Senza Nome” (2022) sul tema dei migranti sepolti nel cimitero di Lampedusa e “L'uomo più buono del mondo - La leggenda di Carlo Tresca” (2023) e “Io ci provo” (2023) un documentario che fa parlare l'autismo. Nel 2024 è stato selezionato per la 29esima Biennale della Slavonia (Croazia) con il documentario “I Senza Nome”; ha vinto il Premio Penisola Sorrentina "Viaggio in treno" con il corto "Cicale" e il premio miglior documentario” con “L'uomo più buono del mondo” al Festival Documentario D'Abruzzo.
Roberta Vacca. Compositrice residente presso Mac Dowell Colony (U.S.A.), Fondazione per le Lettere e per le Arti di Bogliasco e Residenza d’Artista “Le Ville Matte” di Villasor. Le sue composizioni, edite da Ars Publica, MEP, RAI Com, Sconfinarte, Twilight, sono presenti in sei monografie e raccolte discografiche per varie etichette. La componente ludica e idealistica, unita alla sua passione per il teatro, i cui gesti permeano anche la sua produzione strumentale, la portano ad essere aperta a numerose ed eterogenee collaborazioni “in cui il progetto compositivo è impostato su impianti formali sempre molto chiari e su figure mutuate dalla tradizione e trasfigurate. Gesto teatrale e narratività, il raccontare sia in senso teatrale che in senso musicale, interni all’elaborazione dell’andamento strumentale, sono il vero bisogno espressivo della compositrice.” (R. Cresti).
Marzia Lioci. Laureata in Lingue e Civiltà Orientali e in Scienze e Tecniche Psicologiche, si affaccia alle arti performative nel 2018 e crea un sodalizio artistico con la fotografa Giusy Calia, Cuore Taglia Unica. Espone in varie città italiane ed estere, tra cui Parigi e Berlino, e vince il Primo Premio Internazionale Fotografia Agnese Meotti a Verona. Marzia indaga la dimensione legata al sentire i materiali e gli ambienti attraverso il corpo per farne un’esperienza profonda da cui trarre ispirazione. Le sue collaborazioni artistiche sono nell’ambito della fotografia, della danza e della narrazione, con un filo conduttore che riguarda il viaggio intimo dentro se stessi quale ricerca e rivelazione di forze vitali libere e autentiche.
Inaugurazione venerdì 16 maggio 2025 ore 18.00
Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre
Corso Vittorio Emanuele II, 23 - L’Aquila
Fino al 31 maggio 2025 nei seguenti orari:
Ingresso libero